Oggi in Cristo

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Giuseppe d’Arimatea e i discepoli che non ti aspetti

June 20, 2021

(Testo di riferimento: Matteo 27,55-66 - La Bibbia)

Lo scorso episodio si è concluso con il momento in cui Gesù depose lo spirito. Se Gesù fosse stato una persona comune, la sua storia poteva chiudersi così, ma il bello del vangelo di Matteo viene proprio nel finale. Ora è il momento della sepoltura di Gesù, che come vedremo ebbe delle particolarità inaspettate. Ne parliamo in questo episodio 63 della serie sul vangelo di Matteo.

C'erano là molte donne che guardavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per assisterlo; tra di loro erano Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo. (Matteo 27,55-56)

In un momento in cui tutti avevano abbandonato Gesù, c’erano delle donne che avevano cercato di stare il più possibile vicino a lui fino all'ultimo, fino al momento della sua morte. Erano sue discepole che lo avevano seguito fin dalla Galilea per servirlo. Non dobbiamo pensare che questo sia un elenco esaustivo delle persone che erano rimaste a seguire la crocifissione; ad esempio nel vangelo di Giovanni viene messo l'accento sull'apostolo Giovanni che era stato vicino a Maria madre di Gesù fino all'ultimo. Matteo citò queste donne nello specifico perché, come vedremo, diventeranno addirittura protagoniste nella parte finale del vangelo come testimoni della risurrezione.

Ma, tra coloro che avevano seguito la vicenda di Gesù fino alla fine, c'era anche un discepolo che non ci saremmo mai aspettati...

Fattosi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Questi, presentatosi a Pilato, chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse dato.  (Matteo 27,57-58)

Non sono i discepoli più famosi quelli che andarono a reclamare il suo corpo per seppellirlo, ma fu un discepolo che fino a questo momento non avevamo mai sentito nominare. Perché ho detto che si tratta di un discepolo che non ci saremmo mai aspettati? Perché il vangelo di Marco ci dice che questo Giuseppe d’Arimatea non era solo un uomo ricco, come abbiamo appena letto, ma era anche un illustre membro del consiglio, proprio il consiglio guidato dal sommo sacerdote che aveva condannato Gesù a morte. Probabilmente egli era un fariseo.

È piuttosto significativo che a reclamare il corpo di Gesù da Pilato per dargli sepoltura, si presentò proprio un membro del consiglio, quel medesimo consiglio che lo aveva condannato. Questo evidenzia in modo chiaro che non tutto il popolo giudaico e neanche tutti i capi dei Giudei avevano condiviso la condanna a morte di Gesù. Apprendiamo che in mezzo a tanti uomini di potere che avevano condannato Gesù a morte ce n’era anche qualcuno che invece aveva creduto in lui. 

Se consideriamo le motivazioni politiche per cui Gesù era stato crocifisso come sedicente re dei Giudei, comprendiamo che Giuseppe di Arimatea si stava esponendo al rischio di essere considerato ribelle verso Roma, inoltre si stava esponendo al disprezzo da parte degli altri membri del consiglio che avevano condannato Gesù. Giuseppe di Arimatea come membro del consiglio aveva seguito il processo di Gesù e l’evangelista Luca in Lc 23:51 ci dice che egli non aveva dato il suo voto a favore della condanna;  quindi egli era già noto agli altri membri del consiglio per essere stato in qualche modo dalla parte di Gesù e ora rischiava di aggravare la sua posizione perché sarebbe certamente stato identificato come suo discepolo.

Giuseppe d’Arimatea viene descritto in Marco 15:43 come uno che aspettava il regno di Dio e, evidentemente, aveva creduto che Gesù potesse davvero essere il Messia.  Come si legge in Gv 19:38,