Oggi in Cristo

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Gesù o Barabba?

June 09, 2021

(Testo di riferimento: Matteo 27,11-31 - La Bibbia)

Lo scorso episodio si era concluso con Gesù che era stato consegnato al governatore Pilato il quale si apprestava ad interrogarlo. Come vedremo, Pilato tentò senza successo di offrire a Gesù una via d'uscita, convinto che i capi dei sacerdoti glielo avessero consegnato solo per questioni religiose, ma la folla istigata dai capi del popolo scelse Barabba. A Pilato non restò che consegnare Gesù perché fosse crocifisso.

Ricordo che, qualche tempo fa ho realizzato un video in cui ho analizzato la credibilità dal punto di vista storico di questo confronto tra Pilato e Gesù. Chi è interessato può guardarlo cliccando sul link in alto alla vostra destra.

Detto questo, addentriamoci in questo episodio 60 della serie sul vangelo di Matteo.

Gesù comparve davanti al governatore e il governatore lo interrogò, dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?» Gesù gli disse: «Tu lo dici». E, accusato dai capi dei sacerdoti e dagli anziani, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose testimoniano contro di te?» Ma egli non gli rispose neppure una parola; e il governatore se ne meravigliava molto. (Matteo 27,11-14)

Perché Pilato chiese a Gesù se era il Re dei Giudei? La cosa non appare chiarissima nel vangelo di Matteo che ci parla semplicemente di accuse generiche dei capi dei sacerdoti e degli anziani. Tuttavia, ci viene in aiuto il vangelo di Luca 23:2 in cui è riportata l'accusa con cui lo avevano presentato a Pilato:

E cominciarono ad accusarlo, dicendo: «Abbiamo trovato quest'uomo che sovvertiva la nostra nazione, istigava a non pagare i tributi a Cesare e diceva di essere lui il Cristo re». (Lc 23:2)

Pilato non avrebbe applicato la pena di morte per questioni religiose di poco conto e i giudei lo sapevano bene. Dovevano quindi accusarlo con argomentazioni politiche. Roma non vedeva bene chi se ne andava in giro a dire di essere un Re e soprattutto istigava a non pagare le tasse. Anche se non c’era evidenza che Gesù stesse organizzando una rivolta, si trattava comunque di un’accusa che Pilato, nella sua posizione, doveva prendere sul serio.

Per questo motivo la conversazione tra PIlato e Gesù ruotò intorno a questo concetto: «Sei tu il re dei Giudei?»

Sappiamo che Gesù non aveva mai istigato nessuno a non pagare le tasse, ma di fronte a questa domanda diretta sul suo essere re dei Giudei, come era accaduto di fronte al sommo sacerdote, Gesù non poteva fare altro che confermare: «Tu lo dici».

Tuttavia, è evidente che Gesù non fosse il Re che Pilato si aspettava. Pilato era un politico navigato e certamente sapeva riconoscere un rivoltoso. Gesù non aveva l’atteggiamento di un rivoltoso, non minacciava, non rispondeva alle numerose accuse, non tentava nemmeno di argomentare in sua difesa, anzi rimaneva muto di fronte alle ulteriori domande di Pilato.

Possiamo dire che Gesù aveva scelto la strada tracciata dal profeta Isaia 53:7 : "Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca."

Pilato ne rimase meravigliato. Qualcosa non tornava… Quel Gesù tutto sembrava fuorché una minaccia politica per Roma. Pilato capì che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato più per invidia, probabilmente legata e questioni inerenti la religione, che per reali motivazioni politiche. Cercò allora un modo per liberarlo senza inimicarsi le autorità giudaiche.

Ogni festa di Pasqua il governatore era solito liberare un carcerato, quello che la folla voleva. Avevano allora un noto carcerato,