Oggi in Cristo

Oggi in Cristo


Lo spirito è pronto, la carne è debole

May 30, 2021

(Testo di riferimento: Matteo 26,31-56 - La Bibbia)

Siamo arrivati all'episodio 57 della serie sul vangelo di Matteo. Erano le ultime ore che Gesù passava con i discepoli prima di essere arrestato. Come abbiamo visto nell'ultimo episodio, subito dopo cena Gesù si era recato con i suoi discepoli al monte degli ulivi. Gesù sapeva che presto i suoi discepoli sarebbero rimasti soli e spaventati. Essi pensavano di essere addirittura pronti a morire per lui, ma presto avrebbero scoperto di non essere pronti a vegliare nemmeno un'ora in preghiera con lui. Non giudichiamoli. Noi non siamo meglio di loro.

Allora Gesù disse loro: «Questa notte voi tutti avrete in me un'occasione di caduta; perché è scritto: "Io percoterò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse". Ma dopo che sarò risuscitato, vi precederò in Galilea». Pietro, rispondendo, gli disse: «Quand'anche tu fossi per tutti un'occasione di caduta, non lo sarai mai per me». Gesù gli disse: «In verità ti dico che questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E Pietro a lui: «Quand'anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». E lo stesso dissero pure tutti i discepoli. (Matteo 26,31-35)

Cosa succede alle pecore se il pastore è costretto, suo malgrado, ad abbandonarle?

Nel citare il brano di Zaccaria 13:7 Gesù si riferisce a se stesso come al pastore che sta per essere tolto di mezzo e ai suoi discepoli come alle pecore che improvvisamente si troveranno senza una guida e saranno disperse.

Gesù avvertì i suoi discepoli perché sapeva che non sarebbe stato facile per loro affrontare ciò che stava per accadere da lì a poco. Fino a quel momento egli li aveva guidati, li aveva istruiti, li aveva protetti… Ma nelle ore seguenti essi si sarebbero trovati improvvisamente soli e questo sarebbe stato motivo di scandalo, ovvero sarebbe stato un ostacolo, un motivo di inciampo, di perplessità, di incertezza. Tuttavia Gesù sottolineò che non avrebbero dovuto perdersi d’animo perché egli sarebbe risuscitato e li avrebbe addirittura preceduti in Galilea.

Commuove il modo in cui Pietro e gli altri discepoli reagirono alle parole di Gesù dicendo di essere pronti a tutto. Essi si sentivano forti! Erano sicuri del fatto loro, non si sarebbero fatti impressionare e non si sarebbero scandalizzati in nessun caso! Si sentivano addirittura pronti a morire con Gesù! Non dobbiamo pensare che non fossero sinceri, infatti come abbiamo visto più tardi uno di loro  tirò fuori la spada nel tentativo di difendere Gesù.

Ma, come Gesù affermerà in seguito, lo spirito è forte, la carne è debole.

Nonostante le buone intenzioni di Pietro e degli altri, Gesù sapeva ciò che sarebbe successo: «In verità ti dico che questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Come vedremo in seguito, le parole di Gesù nei confronti di Pietro si realizzeranno puntualmente.

Subito dopo i discepoli ebbero un assaggio delle difficoltà a cui sarebbero andati incontro nel tentativo di seguire Gesù.  La loro fedeltà fu infatti messa subito alla prova quando Gesù chiese a tre dei suoi discepoli più fidati di vegliare con lui in preghiera.

Leggendo i vangeli sappiamo che Gesù pregava con regolarità e a volte si allontanava per pregare e cercare una comunione più intima con il Padre (es. Lc 11:1). Non stupisce quindi che, con l’avvicinarsi dell’ora più difficile,  egli sentisse il peso di ciò che stava per affrontare e avesse bisogno di prendersi del tempo per pregare in disparte.

Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». E,