Oggi in Cristo

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Il raccolto è grande: cercasi operai.

September 17, 2020

(Testo di riferimento: Matteo 9,35-10,15 -  La Bibbia)

Tra tutti i suoi discepoli Gesù ne scelse dodici per un compito particolare. Gesù vedeva che il suo lavoro cominciava a portare frutto e si preoccupò di preparare altri affinché subentrassero nel suo lavoro. Che cosa fece quindi? Li formò e li invio in una missione a breve termine, un'anticipazione di ciò che avrebbero poi continuato a fare dopo la sua morte e la sua risurrezione.

Il raccolto era grande e c'era bisogno di operai.

Ne parliamo in questo ventiduesimo episodio del vangelo di Matteo.

Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.Vedendo le folle, ne ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La mèsse è grande, ma pochi sono gli operai. Pregate dunque il Signore della mèsse che mandi degli operai nella sua mèsse». (Matteo 9:35-38)

Gesù insegnava e compieva miracoli che non erano fini a se stessi ma avevano l'obiettivo di attirare le folle a sé, per dare loro un vero pastore, un vero riferimento.

Gesù aveva compassione di quelle folle perché sapeva di essere l'unica vera risposta possibile ai loro bisogni. I pastori di Israele, la classe dirigente giudaica, in quel momento storico non erano una guida adeguata. Quelle folle erano come pecore che non hanno pastore.

Quando giunge il tempo di raccogliere, in agricoltura, non c'è molto tempo da perdere. È necessario avere degli operai disponibili al momento giusto in modo da raccogliere quando il prodotto è giunto al giusto grado di maturazione. A seconda del tipo di prodotto, qualche giorno prima potrebbe essere troppo presto, e qualche giorno dopo potrebbe essere troppo tardi.

Molti si stavano avvicinando a Gesù in quel momento, quindi Gesù aveva bisogno di collaboratori, di operai pronti a raccogliere, per consolidare il messaggio inerente il regno di Dio.

Ma si noti che già nel modo di chiamare i suoi collaboratori, egli diede una lezione, una lezione dalla quale abbiamo da imparare anche noi oggi.

Invece di dire loro: "Forza, datevi da fare!", li invitò a pregare affinché fosse Dio stesso a scegliere coloro che, in prima battuta, dovevano lavorare nella mèsse.

Qualcuno potrebbe dire: "Ma non sono tutti chiamati a collaborare?" Certo, ma ognuno potrebbe avere un ruolo diverso. Quando c'è una raccolta, ci vogliono anche dei magazzinieri, persone che si occupano del trasporto, addetti alla vendita... e così via.

Sebbene tutti i discepoli di Gesù, in un modo o nell'altro, in futuro avrebbero avuto un ruolo nel regno di Dio, in quel momento Gesù stava pensando ad alcune persone specifiche che potessero diventare i suoi più stretti collaboratori, coloro che sarebbero stati conosciuti come "i dodici", e che in seguito sarebbero stati un punto di riferimento anche per gli altri discepoli, dopo la morte e la risurrezione di Gesù.

E, siccome Gesù chiese ai suoi discepoli di pregare affinché Dio operasse una scelta, Lui stesso si mise a pregare. Leggiamo infatti nel brano parallelo di Luca 6,12-13: "In quei giorni egli andò sul monte a pregare, e passò la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli"

Quindi Gesù disse ai discepoli di pregare e poi, come fa un buon maestro, diede lui stesso il buon esempio, pregò e poi ne scelse dodici:

Poi, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi...